Spooky Halloween

La crociata del XXI secolo

Domani sarà Halloween e negli ultimi giorni ho letto di tante mamme che hanno iniziato una “crociata” contro questa festività. Il motivo? La Chiesa è contraria, in quanto si tratta di una festa pagana, ostile al Cristianesimo e, addirittura, PERICOLOSA; insomma, un invito a riscoprire le nostre tradizioni – Ognissanti e Commemorazione dei Defunti – , a scapito di un rito satanico.

Ma è davvero così? Ho volutamente esagerato con alcune parole, ça va sans dire, ma il fenomeno è davvero in espansione e, oltre che ritenerlo da bigotti, mi sembra quanto meno ipocrita: le persone che condannano Halloween sono le stesse persone che a Natale non fanno l’albero, non spendono interi stipendi in regali e banchetti, bensì vivono l’intero periodo con umiltà, secondo i precetti di Cristo? Può essere, però non credo.

Mi domando se domani, alla vista di centinaia di zucche, qualche mamma mi fulminerà con lo sguardo, gridando “Vade retro!”. Ma io sono un’insegnante di inglese ed è mio dovere trasmettere le culture anglosassone ed americana, e inoltre… Halloween mi è sempre piaciuto e l’ho sempre festeggiato da bambina – dopodiché il 2 Novembre andavo, e vado tuttora, al cimitero – .

La vera storia di Halloween

Quasi tutti conoscono la storia di Jack, il fabbro ubriacone e taccagno che, una volta deceduto, fu rifiutato sia in Paradiso che dal diavolo, e che da allora vaga nel buio illuminando la strada con una zucca – in origine una rapa – usata a mo’ di lanterna.

Ma la festa delle streghe ha origini ancora più antiche. Il nome Halloween (in irlandese Hallow E’en) è la forma contratta di All Hallows’ Eve, la vigilia di tutti i Santi; Ognissanti, invece, in inglese è All Hallows’ Day. L’importanza che viene data alle vigilie si deduce anche linguisticamente parlando, ne sono degli esempi le parole “New Year’s Eve” o “Christmas Eve”. I Celti, la cui prevalente fonte di sostentamento era la pastorizia, festeggiavano l’inizio del nuovo anno il 1° novembre, quando l’arrivo dell’inverno segnava il momento in cui la natura, seppur sottoterra, cominciava a prepararsi alla rinascita della primavera. Durante lo Samhain, che significa Summer’s end,  la popolazione ringraziava gli dei e faceva dei riti propiziatori per l’anno nuovo. Il tema principale era la morte, poiché era proprio ciò che stava accadendo alla natura, ma solo in vista della rinascita, rinascita che avveniva sottoterra, dove riposano i defunti; ogni 31 ottobre, gli spiriti potevano ricongiungersi ai propri cari, sfidando le leggi del tempo e dello spazio. Dopo aver fatto un falò nei boschi, i Celti tornavano a casa utilizzando delle cipolle come lanterne e lasciavano fiaccole e cibo fuori dalle abitazioni, affinché gli spiriti potessero rifocillarsi e non fare scherzi ai parenti – da qui la tradizione del Trick or Treat tanto amata dai piccini – . Quando nel XIX secolo cominciò l’emigrazione degli irlandesi verso Stati Uniti, la tradizione si diffuse anche oltreoceano, giungendo poi in Italia attraverso il cinema e perdendo ormai del tutto il suo originario significato religioso.

Insomma, nel 2018 festeggiare Halloween non ha più nulla a che vedere con il Paganesimo, significa soltanto imparare qualcosa riguardo ad un’altra cultura, ed è ogni giorno più importante impararne la lingua, se vogliamo sopravvivere alla globalizzazione.

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