Come si svolge una lezione di inglese alla scuola dell’infanzia? In che modo si cerca di coinvolgere i bambini? Oggi risponderò a queste domande riportando la mia esperienza.
L’elemento fondamentale è la routine: ogni lezione inizia e termina sempre allo stesso modo, in maniera da rassicurare i bambini e permettere loro di prevedere ciò che accadrà; così, essi vivono l’esperienza attivamente e non solo da fruitori passivi. In particolare, comincio con il circle time, una tecnica utilizzata anche nelle scuole di ordine superiore, poichè risolve problematiche quali la difficoltà di ascolto, e la gestione di alunni che o vogliono “farsi vedere” – e, solitamente, ciò avviene mediante comportamenti devianti – o, al contrario, evitano di partecipare per passare inosservati. Nel progetto pensato per i bambini mezzani e grandi, questo momento consiste nel cantare la “Hello Song”, una cantilena dalle molteplici funzionalità. Infatti:
- è utile i primi tempi all’insegnante – ma anche ai piccoli – per memorizzare tutti i nomi;
- serve a imparare le basilari formule di saluto in inglese;
- insegna a presentarsi;
Il tutto avviene maneggiando il burattino di Draghetto Elliot, proprio come se fosse egli stesso a intonare il motivetto; la canzone è molto semplice, basta ripetere due volte la frase
“Hello! Hello! Hello, what’s your name?”
e soffermarsi con la marionetta davanti ad ogni bambino che, naturalmente, dopo aver cantato insieme alla maestra, dovrà rispondere “My name is…”. Nel corso dell’anno si possono introdurre delle varianti, per far sì che i bimbi interiorizzino altre formule, ad esempio quella per chiedere e saper dire l’età, basta cambiare il verso della canzone e domandare “How old are you?”. Il medesimo passaggio può essere fatto con “How are you?” e qualunque altro tema si stia insegnando. Un altro importante passaggio è ripassare il vocabolario inerente al tempo atmosferico, ogni volta chiedo “What’s the weather like today?”, indicando fuori dalla finestra – ricordate che la gestualità è fondamentale -, e i bambini rispondono a seconda del meteo. Quest’anno mi avvalgo di un nuovo bellissimo cartellone, interamente realizzato a mano da Marta, un’educatrice con un grande talento e una smisurata passione per l’arte; la potete seguire sulla pagina Facebook InArte m.art.a o su quella di Instagram.
Terminata questa fase, comincia la lezione vera e propria e allo scadere dei 45 minuti io, Draghetto e i bambini ci salutiamo, dicendo “Bye! Bye!”; questo è il modo più semplice e pratico di insegnare che “Hello” viene usato quando si incontra qualcuno, mentre “Goodbye” quando ci si congeda.
Il progetto The Wonderbox segue lo stesso schema, ma naturalmente presenta alcune differenze nelle specifiche attività. Dato che il laboratorio non si svolge in classe, come invece accade per l’altro, quando i bambini si mettono in fila per scendere le scale e raggiungere il salone, intonano una line up song:
“The kids go marching one by one
Hurrah! Hurrah!
Let’s say bye bye to your class
Hurrah! Hurrah!
The little train goes downstairs
It’s time for English Lab
Hurrah! Hurrah!
Hurrah! Hurrah!
Hurrah!”
Giunti a destinazione, ritroviamo il circle time; io, Jessica e i bambini ci sediamo attorno alla Wonderbox, lo scatolone che abbiamo decorato tutti insieme durante la prima lezione e che a ogni incontro nasconde qualcosa di speciale. Senza Draghetto e senza cantare ci salutiamo, prima insieme e poi uno alla volta; può capitare che non tutti se la sentano di condividere la propria voce, ma non importa: nessun bambino deve essere forzato in questi casi, ascoltare ripetutamente il saluto degli altri compagni gli consente di imparare lo stesso la formula e, quando si sentirà pronto, lo dimostrerà. A questo punto, viene scelto un bambino con il compito di guardare dentro la box e mostrare agli altri ciò che trova; gli oggetti sono esemplificativi del tema della lezione e possiamo usare davvero di tutto!
Al termine della mezz’ora dedicata al progetto, i bimbi si rimettono in fila e salutano in inglese.
Quando si presenta spontaneamente l’occasione, è importante riprendere gli argomenti già trattati: se, ad esempio, stiamo leggendo un libro sugli animali e stiamo ripetendo i nomi, nulla ci vieta di porre domande come “What colour is the duck?”, “How many piglets are there?”. Imparare una lingua è come andare in bicicletta… non si dimentica mai, ma si può perdere l’equilibrio più facilmente se non ci si esercita con costanza!
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