Merry Christmas!

Un altro Natale è passato e ogni bambino della scuola dell’infanzia ha realizzato, come da tradizione, un “lavoretto”. Negli ultimi tempi, i pedagogisti hanno condannato questo tipo di attività, asserendo che si tratta di un prodotto finito, senza un pensiero educativo alle spalle e, per questo, di dubbia utilità. Devo ammettere che sono d’accordo, spesso gli insegnanti perdono di vista il vero obiettivo e trascorrono intere settimane a far ultimare i lavori ai bambini, giusto in tempo per sfoggiarli al pranzo del 25 davanti a tutti i parenti, per l’orgoglio di mamma e papà, mentre il bambino nemmeno si ricorda di come ha fatto a creare “l’opera d’arte” – forse perché è stata la maestra -.

Dunque, come mai ho pensato lo stesso a dei Christmas crafts per i miei bimbi, se questa è la mia opinione? Semplice politica aziendale? No.

Nel precedente articolo, scrivevo che vi avrei mostrato come collegare il tema dei colori a quello delle forme, tenendo conto del contesto, dato in questo caso dalle stagioni e dal Natale. Ebbene, la prima lezione della nuova Unit è iniziata proprio chiedendo quali fossero le tinte che caratterizzano questo magico periodo dell’anno: red, white, green, gold, silver…persino il black degli stivali di Santa! But, what about shapes? Dopo la visione del video Making a Christmas Tree, i bambini hanno imparato i nomi delle principali forme geometriche che possiamo incontrare a Natale, ed hanno realizzato una Christmas card, in cui l’albero altro non è che un triangolo, decorato con tante forme colorate.

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La frase all’interno del biglietto non è solo un semplice augurio, ma si tratta di un verso di We wish you a Merry Christmas, il canto imparato dai bambini – ho scelto una versione alternativa che potete trovare qui -. Come ho spiegato in classe, esistono molteplici utilizzi di questo lavoretto; infatti, i bambini possono giocare a nominare tutte le forme, nominarne i colori, rispondere a domande come How many red squares are there? Insomma, è un buon modo per tenersi in esercizio. Un gioco simile è stato fatto, sotto forma di test, in classe: si è trattato di un lavoro di gruppo guidato, ma al rientro dalle vacanze ci sarà la verifica vera e propria delle conoscenze raggiunte. Ecco il file del test: Colours-and-shapes-of-the-Christmas-Tree

I bambini del progetto The Wonderbox, invece, hanno svolto delle lezioni differenti. Abbiamo letto insieme la storia del Gingerbread Man, che di certo non ha un lieto fine, ma modificare il racconto avrebbe significato annullare la funzione catartica delle fiabe, che hanno il compito di presentare in modo semplice le difficoltà della vita e suggerire modi per affrontarle. I bambini sono più spaventati da come viene raccontata una storia, che non dalla storia stessa. Il triste destino dell’omino di pan di zenzero è stata l’ispirazione per il lavoretto di Natale: abbiamo creato un Gingerbread Man personale assieme ad ogni bambino, ciascuno con delle caratteristiche uniche, e il compito degli alunni sarà prendersene cura ed evitare, così, che venga mangiato. Prendersi cura significa ricordarsi sempre di dove lo si è lasciato, ad esempio, e ciò aiuta il bambino a provare un senso di responsabilità nei confronti del più debole ed invoglia a mantenere le sue cose in ordine. Gli omini sono stati realizzati con del feltro e una fustellatrice, poi decorati con perline, colla glitter, dettagli in gomma crepla o sempre in feltro.

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Le attività in comune tra i due gruppi sono state la memorizzazione della canzone sopracitata e la lettura del libro Dream Snow, scritto da Eric Carle. Le letture hanno permesso di arricchire il vocabolario e ripassare gli elementi linguistici già imparati, come ad esempio i nomi degli animali.

Come potete vedere è possibile sfruttare i lavoretti e trasformarli da inutile ricordo appeso da qualche parte a giocattolo con un senso pedagogico, in grado di far riaffiorare il ricordo di un’esperienza.

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